6 settembre 2009

Ritorno col malumore, se si eccettua una postilla comica alla telenovela della carta d'identità

Il presidente egiziano Hosni Mubarak

Sono tornato.
Dopo un periodo di silenzio (durante il quale - come anticipato - vi sono stati due appuntamenti elettorali con tre elezioni, le ferie, le ferie dei colleghi che da noi qua in basso nei piccoli comuni tocca a te sostituire...) mi ripresento.
L'umore non è dei migliori.
E parlo per me, ovviamente, mica per il Paese (l'Italia, intendo: meglio specificare, di questi tempi).
Paese che si avvia verso un autunno che pochi disfattisti dicono di crisi, di chiusure di fabbriche, di precari sempre più precari anche nella pubblica amministrazione.
Ma che da altre prospettive si prepara roseo: con l'autunno torneranno veline e aspiranti tali, le fiction in tivù, i famosi, i non famosi e i perfetti sconosciuti; insomma tutti i circenses necessari a dimenticare la penuria di panem.

Tornando a me, confesso che non aver ricevuto alcun segno di vita dai colleghi sull'argomento che mi sta particolarmente a cuore - l'etica professionale dell'Uff.A. - mi deprime ulteriormente.

L'unica cosa che mi solleva l'umore è la lettura della circolare ministeriale n. 20 del 21 agosto (a Ferragosto passato...), terza puntata della pasticciata telenovela della proroga a 10 anni della carta d'identità (cdi), argomento affrontato in questo post in cui pregavo invano di non semplificare più nulla.
In realtà nella circolare si parla della cdi elettronica, che da noi qua in basso nei piccoli comuni manco sappiamo come è fatta (veramente una volta ne ho vista una di un signore residente a Milano...).
Ebbene, alcuni Paesi (Egitto in primis, ma anche Turchia, Tunisia, Croazia, Romania e Svizzera) pare non riconoscano la validità del foglio di carta fatto dai Comuni per prorogare le cdi elettroniche, grandi come una tessera bancomat, che hanno stampate la loro bella scadenza quinquennale.
Sembra che esistano anche Paesi così, al mondo: appena un po' più seri del nostro.

La dottoressa Anna Di Stefano, che firma la circolare per conto del Direttore Centrale dottoressa Porzio (che io immagino in ferie quel giorno, spero non nel Mar Rosso...), avverte il 21 agosto che l'Egitto ha formalmente informato per via diplomatica che riconosce solo quel che c'è scritto sulla tessera elettronica e il foglio di carta che l'accompagna non lo guarda nemmeno.

La dottoressa conclude la circolare con una frase delicata, che merita di riportare per intero notando la tenerezza dei verbi scelti (pregare, aver cura, suggerire) quasi a scusarsi di disturbare i cittadini a Ferragosto passato:
"Si pregano [i prefetti] di voler informare i Sindaci che avranno cura, a loro volta, di suggerire ai cittadini che intendessero recarsi in viaggio nei Paesi sopraindicati, di munirsi di altro idoneo documento di viaggio".

Arrangiatevi, capisco io.
Fine. Per ora.