27 gennaio 2009

Firme, autentiche, basi che mancano e addio patria.

Una disavventura che mi è avvenuta, e che ha avuto anche una sua piccola risonanza sulla stampa, mi ha fatto riflettere su quella che viene chiamata l'autentica di firma.
I cittadini sempre più spesso cercano di evitare di andare dal notaio, unico soggetto deputato ad autenticare firme che abbiano carattere di "contratto" tra privati (con alcune eccezioni, tipo il passaggio di proprietà previsto dal decreto Bersani).
Alcuni colleghi, nel lodevole intento di favorire i cittadini, autenticano di tutto e di più.
Nel mezzo - come spesso succede in questo Paese - chi vuole applicare la legge.

Ecco il risultato del mio lavoro: uno schema, dal titolo Quali firme può autenticare il "dipendente incaricato dal Sindaco", che tenta di chiarire il tema a me stesso, prima che ad altri.
Il lavoro deve molto, soprattutto per la seconda parte (le "eccezioni" alla regola generale), a quello fatto dall'Anusca al tempo dell'introduzione del decreto Bersani.
Ogni suggerimento e critica sarà bene accetto, dato che per quel che riguarda il diritto - come mi dicevano a scuola alcuni professori - a me mancano le basi.
Considerazione finale: spesso le basi mancano anche al legislatore, come si vede dalle citazioni nella seconda parte dello schema.
E allora - come diceva mio nonno - addio patria.

2 commenti:

  1. Le basi su cui poggia questa patria sono le persone di buona volontà come lei.. I nostri migliori auguri!

    Cordialmente,
    Brunette

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  2. Gentile Brunette (o Brunetta, il ministro? o Brunetto, di capello?) che scrive da Bologna, La ringrazio ma la prego di non utilizzare i pc aziendali che lasciano delle scie...

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