17 gennaio 2009

Dai quesiti alle buone pratiche

Una proposta per migliorare il lavoro degli ufficiali d'anagrafe e il servizio loro reso dall'Anusca


Come si fa ad accertare una residenza? Posso dare indirizzi per telefono (“tutti gli altri comuni lo fanno”)? Dove va inviato un provvedimento di respingimento? Faccio bene a bloccare la certificazione agli irreperibili? Cosa devo scrivere sullo stato di famiglia originario? Come fare la numerazione civica? Devo mettere le relazioni di parentela sugli stati di famiglia? Che fare se dopo un anno lo straniero è ancora in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno? A chi vanno presentati i ricorsi anagrafici (sembrerebbe quasi mai al prefetto...)?

Queste alcune delle decine di domande che ogni giorno un ufficiale di anagrafe si pone e a cui deve rispondere bene e velocemente, dato che i suoi utenti – gli stessi utenti che sopportano ore di fila alla posta, mesi di ansia prima di sapere l'esito di un concorso, anni di attesa per ottenere giustizia, decenni per ottenere la verità sui grandi misteri nazionali – vogliono una risposta e la vogliono subito.

L'ufficiale di anagrafe amante del suo lavoro (degli altri taciamo) risponde come può, attingendo secondo scienza e coscienza alle sue risorse, che normalmente si esauriscono nell'elenco che segue:

  • si fa come si è sempre fatto;

  • si fa come faceva la collega più anziana ora in pensione (che non può più cambiare idea o ammettere di avere sbagliato);

  • si fa come si crede di capire che intenda dire un'oscura circolare ministeriale (*);

  • si fa come è più comodo e provoca meno conflitti col cittadino (“provoca meno conflitti” non è la precisa formulazione che l'ufficiale d'anagrafe userebbe...)

  • si fa come consigliano nei forum su Internet (dove però – dato che trattasi per l'appunto di forum – trovi anche la soluzione opposta...)

  • si fa come celermente e precisamente dice l'efficiente servizio ministeriale online “L'esperto risponde” (ipotesi del tutto accademica, qui riportata solo per amore di completezza);

  • si fa come dice l'Anusca e i suoi esperti.

E proprio questo ultimo punto vorrei approfondire.

Credo che il peraltro prezioso “servizio quesiti” dell'Anusca sia oramai insufficiente per rispondere ai problemi odierni e che il tempo sia venuto per elevare la qualità del servizio fornito agli ufficiali d'anagrafe, in una maniera perfettamente in linea con il carattere di associazione professionale dell'Anusca.
Quello a cui penso è un testo scritto – a stampa o consultabile online o in entrambe le versioni – che raccolga in maniera ordinata e analitica i suggerimenti che l'Anusca dà ai suoi associati per compiere bene e secondo la legge il delicato lavoro dell'ufficiale d'anagrafe, dando risposte alle domande che ponevo all'inizio (e alle molte altre che sorgono nel lavoro quotidiano) che abbiano il marchio e l'autorevolezza dell'Associazione.

In altre parole è venuto il tempo – secondo me – di mettere per iscritto quelle che chiamerei “Buone Pratiche del lavoro di ufficiale d'anagrafe” o “Raccomandazioni” o anche “Linee-guida Anusca per il lavoro dell'ufficiale d'anagrafe”.

Nella mia ipotesi il testo – che auspicherei agile e schematico, diviso in capitoli e sottocapitoli numerati, per favorire la ricerca ma anche l'aggiornamento dei soli argomenti interessati da eventuali evoluzioni normative – sarebbe la guida autorevole e precisa disponibile per tutti gli ufficiali d'anagrafe. Ciò anche perché il Ministero – in maniera secondo me gravemente colpevole – non si decide a farle lui le Linee guida per gli ufficiali d'anagrafe, lasciati in balia a sé stessi.

Un esempio per spiegarmi meglio. Ne scelgo uno che per importanza è centrale nel nostro lavoro: la residenza, il suo concetto e il modo di accertarla.
Ora l'ufficiale d'anagrafe è lasciato solo, e tutti gli esperti ministeriali o no se la cavano dicendo grossomodo che “in ultima istanza l'ufficiale d'anagrafe è l'unico responsabile nel formarsi il convincimento della attuale dimora abituale del soggetto” (cito a memoria, ma quante volte ho incontrato queste parole...) e magari ti ripetono pari pari il codice civile o famose sentenze della Cassazione.
Ebbene, nel testo delle “buone pratiche” (o raccomandazioni o linee-guida che dir si voglia) schematicamente vorrei trovare suggerimenti concreti su come definire se una persona è residente, su come accertare, come motivare eventuali dinieghi, suggerimenti dei comuni turistici (che possono però essere utili a tutti!), come “integrare” gli ormai obsoleti modelli di accertamento (caso macroscopico: l'accertamento della cancellazione), e così via. Il tutto in linguaggio asciutto, schematico, concreto, e con i necessari riferimenti a lato della norma/circolare coinvolta.

Non bisognerebbe aver paura di suggerire testi e modelli, che diventerebbero – nell'assenza colpevole del ministero di cui ho detto – praticamente “ufficiali”. Per esempio a me piacerebbe un “modello Anusca” di certificato di residenza, stato famiglia, eccetera, da imporre io alle software house (e non viceversa!).

Come arrivare a un testo così autorevole? E che fine farebbero gli esperti Anusca?
Io credo che con l'aiuto di Internet si può fare più o meno così: gli esperti Anusca potrebbero redigere la bozza del testo, che andrebbe sottoposta agli ufficiali d'anagrafe per osservazioni e suggerimenti, utilissimi soprattutto se si vuole marcare il carattere di “buone pratiche” del testo. Terminata la consultazione, il gruppo di lavoro di esperti licenzierebbe la versione definitiva che avrebbe il marchio dell'Associazione.

I colleghi in giro per l'Italia avrebbero quindi la loro “bibbia” professionale, con la libertà – ovviamente – di discostarsi dalle indicazioni Anusca dove ciò sembrasse loro necessario e possibile. Ma uno standard nazionale verrebbe così creato, a supporto dei giovani colleghi alle prime armi, ma anche di quelli più attempati ma carenti magari delle basi del diritto.
Revisioni parziali sarebbero sempre possibili, sia quando apparissero nuove norme o nuove circolari, sia quando gli esperti si accorgessero o venissero informati di nuove “buone pratiche” diffuse per il Paese. E rimarrebbero necessari, gli esperti, di fronte a casi precisi e particolari che a noi, ufficiali d'anagrafe in prima linea, continueranno – ne sono certo – a presentarsi al nostro sportello.

8 dicembre 2008


(*) Famosa è rimasta la circolare che alcuni anni orsono ci informò che in alcuni paesi arabi “ep.” o “ep.se” seguito dal cognome del marito, nei cognomi femminili significa “coniugata in” (accidenti, che sforzo!) senza spiegare se bisognasse considerarla parte del cognome o no, ovvero l'unica cosa che ci interessava. Ciò che ha reso necessaria una recentissima ulteriore circolare che graziosamente conclude di ometterlo...

2 commenti:

  1. ciao ... sono Marinella lavoro da 4 anni ai demografici (prima ero in un Comune molto piu grande ma nei servizi sociali ... perciò oper ne è stato tutto nuovo) in un Comune di circa 1200 abitanti in Prov. di Como .. piccolo dirai .. si ma i problemi ci sono anche qui e anzi è tutto circoscritto in un solo ufficio "demografici" .. la tua idea di inserire un blog con tutte le spiegazioni di come e quando iniziare/fare le nostre "belle" pratiche è venuta anche a me cosi tutti i nostri colleghi e amici non devono piu' correre a sinistra e a destra per dover capire come si fa o come non deve essere fatta quella o quelle determinate pratiche ...
    sarebbe bello aprire un blog con tutte le spiegazioni dove ognuno di noi può mettere per iscritto cio' che sa ...
    se per caso hai intenzione di costruire queto blog fammelo sapere ... un saluto Marinella

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  2. Cara collega, grazie per l'attenzione.
    La mia proposta in realtà è un po' diversa: in sintesi è
    1 far fare dagli esperti Anusca la raccolta delle "buone pratiche"
    2 gli stessi preparano il testo
    3 il testo "ufficiale" viene diffuso, anche sulla rete.
    Come avrai visto dalla presentazione, io non ho particolari competenze di diritto e mi troverei in difficoltà...
    Per contattarti però - dato che non ho il tuo indirizzo - scrivimi a anagrafedalbasso.mail@gmail.com
    Un caro saluto

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