30 dicembre 2009

Riflessione di fine anno: Zero è la cifra del decennio.

L'ex ministro dell'Interno Giuliano Amato

L'aria di fine anno si fa sentire. Anzi, parliamo pure di fine decennio: finalmente gli "anni Zero" (2000-2009) finiranno tra alcune ore e pochi - ne sono sicuro - li rimpiangeranno.

Gli anni di al Qaeda, George Bush, la guerra al terrore, l'esportazione della democrazia (peraltro sempre più ridotta nelle nostre società).

Il decennio dell'accelerazione del cambiamento climatico, dell'aumento dei migranti ambientali e per fame e povertà, della crisi economica innescata dalla bolla finanziaria, e di tutto quello che volete voi.

Diversamente dall'omologo decennio del precedente secolo ventesimo, questo non verrà certo ricordato come la belle époque; eccoci qui allora - "tutti prigionieri nella giostra circolare del tempo", come dice la poetessa - a illuderci che i prossimi 365 giorni saranno migliori e che gli anni Dieci saranno più favorevoli degli Zero.

Anche per l'anagrafe gli anni Zero saranno da dimenticare: questa è la mia convinzione. Dopo gli anni Novanta (che videro la messa in pratica del nuovo regolamento anagrafico datato 1989), gli anni Zero sono stati gli anni della demolizione delle certezze.

Tanto per dire, prima gli stranieri venivano iscritti in anagrafe solo se avevano ed esibivano un permesso di soggiorno; negli anni Zero una serie di circolari e direttive (cui ha contribuito pesantemente il ministro Amato) hanno moltiplicato le eccezioni alla regola, creando non poche confusioni e diatribe, principalmente a causa dell'incapacità del ministero dell'Interno di affrontare e gestire le richieste di rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno.
Voto: zero.

Sempre per dire, prima la supervisione dell'anagrafe la facevano Istat (soprattutto) e Ministero dell'Interno, e un pregevole tentativo di dare direttive coordinate (purtroppo non seguito da aggiornamenti!) furono le Note ed Avvertenze del 1992; negli anni Zero tutto il potere è andato al ministero, i cui burocrati spesso non sono all'altezza: nonostante Internet e la tecnologia, grande è la confusione sotto il cielo, lo si constati direttamente nel "servizio" L'esperto risponde del sito ministeriale.
Voto: zero.

Non solo, negli anni Zero alcuni Sindaci - che sono i titolari della funzione di ufficiale di anagrafe che poi estendono a noi qui in basso poveri ufficiali "delegati" - si sono inventati competenze e ordinanze, tutte assolutamente fuori della legge e dalla Costituzione (si legga l'art. 117 lettera i) nella versione ora vigente, per il futuro aspettiamoci cose come "le riforme istituzionali").

Ciò è avvenuto non già per motivi anagrafici; tipicamente, infatti, l'anagrafe risponde alla domanda "dove sta chi?" e tende ad essere universale, vale a dire che ambisce - ha l'ambizione, intendo - di censire tutte le persone di un territorio indicando precisamente dove esse abitano.
Le varie ordinanze che qui a Nordest si sono diffuse, invece, rispondono più alla domanda "come fare per stabilire chi è fuori e chi è dentro?"; come si vede siamo concettualmente agli antipodi. Senza contare che hanno lasciato (e lasciano tuttora) molti colleghi lacerati tra il rispetto della legge e della loro propria funzione e dignità da una parte, e l'obbedienza dovuta al Capo dell'Amministrazione, il Sindaco, dall'altra.
Voto: zero.

E si potrebbe continuare...

Lasciamoci quindi alle spalle gli anni Zero senza troppi rimpianti e con un solo timore: che anni saranno i prossimi che avranno questo Zero come radici e fondamenta?

P.S. del 31 dicembre:
Sergio Romano sul Corriere di oggi esamina anche lui il decennio che sta finendo; il suo pezzo s'intitola "Addio anni zero senza rimpianti" . Ma guarda un po' 'sti editorialisti ...

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