23 gennaio 2010

No Gelmini, no party (di nozze). Dalla cronaca storie di matrimoni negati e replicati

Il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini

Avevo appena finito di fissare il confine tra anagrafe e stato civile lamentando che "nel linguaggio comune e nei titoli di giornali l'anagrafe è spesso l'ufficio comunale dove si va a registrare la nascita dei figli" e negando che questo sia vero, che mi capita di scoprire dai giornali che l'anagrafe è l'ufficio dove si va a sposarsi.
O, come a successo qui nel Nordest, a chiedere di sposarsi e sentirsi "negare i moduli".

Infatti, secondo il TGCOM (che non so bene che TG sia, ma è sicuramente di proprietà di una nota azienda televisiva di proprietà di una nota famiglia che vede tra le sue fila anche un noto politico) due ragazze lesbiche di Conselve (Padova) "si sono viste negare dall'impiegato dell'Anagrafe i moduli per le pubblicazioni di matrimonio. A quel punto hanno preteso un atto di diniego ufficiale, che poi hanno impugnato, trascinando in Tribunale il sindaco Antonio Ruzzon come rappresentante dello Stato".

Devo negare ancora, anche se so che sarà tempo perso: l'anagrafe non si occupa di matrimoni; è l'ufficio di stato civile che se ne occupa, ma tant'è.

Per un matrimonio che non si può fare (in Italia, perlomeno non ancora), un matrimonio che invece si è fatto.

A mezzanotte - apprendiamo infatti da La Stampa online - nel municipio di Sirmione sul lago di Garda la ministra Gelmini si è sposata con il compagno da cui attende una figlia.

Mi scuso per l'uso del termine "compagno", che potrebbe avere echi sinistri, ma quel che mi ha colpito è che secondo la Stampa "la celebrazione è stata officiata a mezzanotte e 15 dal sindaco Alessandro Mattinzoli, che oggi alle 11,00 ripeterà il rito a Villa Ansaldi, cui potranno accedere anche i 40 ospiti."

Il sindaco di Sirmione - nella sua veste di ufficiale dello stato civile, come avranno intuito i più attenti lettori - ha quindi sposato la ministra come si deve (art. 106 del Codice Civile: Il matrimonio deve essere celebrato pubblicamente nella casa comunale davanti all'ufficiale dello stato civile al quale fu fatta la richiesta di pubblicazione).

Poi però, oggi alle 11, come un attore consumato il sindaco ufficiale di stato civile ripeterà la scena in una villa più consona, in un orario più consono e davanti a un piccolo selezionato pubblico. Praticamente una replica, come in tivù.

Naturalmente, trattandosi di stato civile, il vostro povero ufficiale di anagrafe qui in basso non ha alcun commento da fare...

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